Articoli e news

I giornalisti scendono in campo contro le fake news

I giornalisti liguri andranno a “scuola” dai colleghi finlandesi, per conoscere il modello di informazione scandinavo ed imparare a difendersi dalle fake news. Il Consiglio dell’Ordine, presieduto da Filippo Paganini, selezionerà 33 iscritti nell’ambito di un progetto finanziato dal Programma europeo Erasmus+.

Il periodo di formazione si articolerà in tre fasi: alcune lezioni preparatorie che si svolgeranno in Italia; una settimana in Finlandia, con lezioni frontali in lingua inglese, visite di studio ed incontri con istituzioni; un corso di approfondimento da tenere, al rientro da Helsinki, per conto dell’Ordine ligure, per i colleghi sul proprio territorio.

I giornalisti selezionati potranno scegliere quando partire. Sono previste, al momento, due opzioni, maggio e settembre 2021, compatibilmente con la pandemia. La partecipazione al progetto attribuirà anche 18 crediti formativi, due dei quali deontologici.

Filippo Paganini, presidente dell’Ordine ligure

I danni delle fake news

È la prima volta che i cronisti liguri, impegnati nella formazione continua, hanno l’opportunità di uno scambio d’esperienze con colleghi del Nord Europa. Il momento è assolutamente propizio. Le notizie false, facendo leva sull’emotività dei lettori, continuano ad avere risonanza e, talvolta, a prevalere sulle informazioni documentate. Tra gli effetti collaterali dell’emergenza Coronavirus, c’è proprio un aumento dell’allarmismo e la paura viene alimentata dall’ignoranza. 

Secondo il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, le notizie false destabilizzano la società, minando tutti i settori, politica, scienza ed economia. Il Copasir ha avviato, così, un’indagine sulle innumerevoli fake news sul Covid-19, che hanno un filo conduttore. Quello di parlare al proprio pubblico con l’unico scopo di rafforzare una determinata posizione. I negazionisti, quando si “informano”, non cercano la verità, ma la conferma delle proprie tesi.

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Da che cosa dipende la forza di una fake news?

  • Appeal: le notizie false incuriosiscono molti lettori, perché cavalcano l’onda dell’attualità e sono di immediata comprensione.
  • Viralità: le bufale raggiungono un grande numero di utenti che, anche per “altruismo”, le inoltrano agli amici. Ciò accade non soltanto sui social network, ma via Whatsapp, ad esempio.
  • Velocità: la diffusione delle fake news è rapida ed incontrollata. Al contrario di quando i professionisti dell’informazione diramano una notizia, che verificano attraverso un controllo incrociato delle fonti. Si tratta di un processo che richiede impegno e, soprattutto, tempo.
  • Crossmedialità: questa tipologia di notizia è trasversale, perché passa da un medium ad un altro. Prima il contenuto può apparire su Facebook, poi essere ripreso da blog o giornali online.
  • Flusso: le fake news rappresentano un flusso. Una serie di informazioni orientate a veicolare l’opinione pubblica verso una posizione chiara che non rispecchia la realtà.
  • Forza: le fake news, anche se smascherate, lasciano una traccia profonda nella memoria dei lettori e dell’opinione pubblica.
Illustrazione di Ruth Burrows

Le bufale sul Coronavirus

Nessuno è immune dalle fake. Anche i giornali più importanti possono commettere incidenti. Lo dimostra il report realizzato dal Centro di monitoraggio della disinformazione relativa al Coronavirus, fondato dai giornalisti di NewsGuard. Dopo un’accurata analisi, i reporter hanno scovato decine di fake news, pubblicate in Europa, Italia compresa.

Emblematica la notizia secondo la quale l’uso della tecnologia 5G nei telefoni cellulari favorirebbe la diffusione del Covid-19. I primi a crederci sono stati i gestori del blog francese “Les Moutons Enragés”. Il fattoide è stato diffuso su gruppi Facebook ed amplificato da personaggi famosi, come l’attore Woody Harrelson e il pugile Amir Khan. Nel Regno Unito, addirittura, alcune persone sono arrivate a danneggiare i pali telefonici del 5G, spingendo il Dipartimento britannico per il digitale a chiedere alle piattaforme di agire contro la diffusione delle teorie del complotto.

Un’altra bufala è stata pubblicata lo scorso febbraio da Vox News, secondo cui il Governo italiano impedirebbe ai migranti di fare il tampone per il Coronavirus. Sorprende che l’articolo abbia ricevuto oltre 80.000 interazioni su Facebook, un terzo delle quali erano condivisioni, secondo i dati forniti da CrowdTangle.

E ancora, il legame tra vaccino antinfluenzale e Covid-19; tra app di tracciamento dei contagi e violazione della privacy degli utenti; per arrivare a sostenere erroneamente che il Coronavirus sia stato creato in laboratorio a Wuhan, come riportato da Dagospia lo scorso settembre.

L’elenco sarebbe infinito. Ciò che conta è ricordare che l’informazione è un pilastro della democrazia e deve essere salvaguardata. Qualsiasi notizia, anche la più piccola, va verificata. Prima di mettere un like ad un articolo, bisogna leggerlo (può sembrare assurdo, ma molti non lo fanno, si fermano al titolo), comprenderlo e controllarne la fonte. L’industria delle fake news può essere sconfitta soltanto sul campo. Sentinelle della verità restano i giornalisti.

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