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Rossella Lucangelo di Pragmatika: l’AI non ha empatia e creatività

Nuovo incontro con i professionisti delle media relations. È il turno di Rossella Lucangelo, CEO di Pragmatika: con lei abbiamo parlato di intelligenza artificiale.

La comunicazione nel marketing di prodotto come nelle pr si è trasformata nel tempo. Per definirne il futuro occorre tornare al suo scopo originale. 

Come si è evoluta la comunicazione nel settore marketing negli anni?

“La comunicazione nel marketing ha subito una profonda trasformazione negli ultimi decenni. Originariamente focalizzata su pubblicità tradizionale come TV, radio e stampa, la rivoluzione digitale ha portato alla predominanza del marketing online. Social media, SEO, e-mail marketing, e content marketing sono ora essenziali per raggiungere e coinvolgere il pubblico. Questo passaggio ha democratizzato l’accesso al mercato, permettendo anche ai piccoli attori di avere una voce”.

Quale tipo di approccio la caratterizza come PR/Ufficio stampa?

Nel corso della mia carriera come PR e responsabile dell’ufficio stampa, ho sempre posto grande enfasi sull’importanza di fare cultura attorno ai prodotti che raccontavo ai media. Questo approccio non si è limitato a promuovere semplicemente un prodotto, ma si è esteso a educare e informare il pubblico e i giornalisti sulla sua rilevanza e sulle sue applicazioni nel contesto quotidiano e professionale. Uno degli esempi più emblematici di questo approccio è stato il lavoro svolto per il mio primo cliente, un produttore di UPS (Uninterruptible Power Supply), all’epoca un concetto relativamente nuovo e poco compreso in Italia. Molti, infatti, confondevano gli UPS con i gruppi elettrogeni, non comprendendo la loro funzionalità critica e il loro impiego specifico nel settore dell’ICT. La sfida principale è stata quella di spiegare efficacemente ai media l’importanza di avere un UPS collegato ai computer per garantire la continuità operativa e la protezione dei dati durante interruzioni di corrente o fluttuazioni. Abbiamo intrapreso una campagna educativa che ha incluso la distribuzione di materiali informativi, la realizzazione di incontri e seminari con i giornalisti, e l’organizzazione di dimostrazioni pratiche per mostrare in tempo reale i benefici di un UPS.

Questo impegno nel fare cultura ha permesso di posizionare il nostro cliente come un leader di pensiero nel settore e come una fonte affidabile di soluzioni tecnologiche avanzate, aumentando notevolmente la sua visibilità e riconoscimento nel mercato. Attraverso questa strategia, non solo abbiamo elevato la consapevolezza del prodotto, ma abbiamo anche contribuito a stabilire un nuovo standard di protezione dei dati e della tecnologia nelle aziende e negli uffici in tutto il paese, sottolineando come un intervento informato e ben focalizzato possa trasformare la percezione di un prodotto tecnologico complesso”.

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Oggi la parola marketing pare abbracciare molteplici aspetti: qual è la vera anima del marketing?

“Il nucleo del marketing rimane la connessione. Non importa attraverso quali canali o tecnologie si manifesti, il cuore del marketing è creare e mantenere una connessione significativa tra un’azienda e il suo pubblico. Tutto ruota attorno alla comprensione e soddisfazione delle esigenze dei consumatori, considerandoli oggi in tutte le loro più ampie esigenze, anche quelle culturali, sociali e relazionali”.

Come si mantiene vivo l’interesse dei giornalisti intorno a un tema/prodotto?

“Per mantenere l’interesse dei giornalisti, è fondamentale offrire continuamente angolazioni nuove e rilevanti. Bisogna capire cosa i giornalisti cercano e come il tuo prodotto o tema si allinei con le attuali tendenze di mercato o sociali. L’esclusività, l’innovazione e la tempestività sono cruciali.

Certamente essendo anche io una giornalista sono facilitata nel cambiare cappello e immaginare quello che più toccherebbe le mie corde se fossi dall’altra parte”.

Differenza di comunicazione a giornalisti generalisti e di settore: quando rivolgersi agli uni e quando agli altri?

“I giornalisti generalisti sono ideali per storie che hanno un ampio appeal mainstream, significatività culturale o un impatto economico importante sui territori; mentre quelli di settore sono da coinvolgere su argomenti tecnici o di nicchia che richiedono una comprensione specializzata approfondita. La scelta dipende dall’obiettivo della comunicazione e dal pubblico che si desidera raggiungere”.

Giornalisti e influencer: come gestite tale binomio?

“L’approccio ai giornalisti e agli influencer deve essere personalizzato. Mentre i giornalisti cercano storie con un forte impatto o novità, gli influencer sono spesso più concentrati sull’allineamento con il loro brand personale e l’engagement del loro pubblico. In entrambi i casi, offriamo esperienze personalizzate che rispecchiano il loro interesse e il loro pubblico”.

Ci può fare alcuni esempi virtuosi di comunicazione?

“Occupandoci di comunicazione integrata, oltre al corretto mix di mezzi che proponiamo con continui aggiornamenti, supportiamo i clienti anche nell’esplorazione di nuove dimensioni di mercato. 

Con il cliente Ar.pa Lieviti abbiamo lavorato sulla dimensione locale, sostenendo anche iniziative sociali sul territorio come forma di ‘restituzione’ dell’azienda alla sua comunità di riferimento, in abbinamento alle campagne nazionali per la riconoscibilità del marchio e per la creazione di una community sempre più vivace. Recentemente abbiamo realizzato il ricettario ‘Seguimi per altre ricette’: un libro patinato, dedicato alle foodblogger italiane più affezionate al brand Ar.pa, che sta riscuotendo molto successo.


“Per il cliente Apicoltura Piana invece siamo stati coinvolti nella promozione di un’iniziativa che ha orientato il mercato nazionale del miele. Piana infatti ha deciso di stabilire un prezzo minimo per il miele acquistato direttamente dai produttori, partendo dalla considerazione che al di sotto di una certa cifra (calcolata in 5,20 euro al kg) i produttori non possono più ricavare il corretto margine sul proprio lavoro e, di conseguenza, non possono investire sui propri apiari a scapito della qualità, sia del prodotto sia del lavoro. Queste campagne hanno un grande impatto ‘culturale’ che, abbinato ad altre iniziative legate alla sostenibilità, stimolano il dibattito e aumentano la consapevolezza su temi importanti come la biodiversità e la fragilità dell’ambiente di cui ci dovremmo sempre più prendere cura come cittadini, come consumatori e come comunicatori”.

Come vede il futuro della comunicazione del settore marketing?

Il futuro della comunicazione nel settore del marketing, pur essendo fortemente influenzato dall’evoluzione dell’intelligenza artificiale e dalla crescente capacità di analizzare grandi quantità di dati, rimarrà indissolubilmente legato all’intervento umano, specialmente nelle aree della creatività e della strategia di posizionamento del brand. 

 

“L’AI può offrire supporto significativo nella gestione e interpretazione dei dati, permettendo così una segmentazione del pubblico più precisa e personalizzazioni di massa. Tuttavia, la vera essenza del marketing risiede nella capacità di narrare storie che risuonano a livello emotivo con il pubblico, una competenza profondamente umana che l’AI, per quanto avanzata, non può replicare completamente.

 

“La creatività umana è necessaria per concepire campagne che non solo catturino l’attenzione, ma che riescano anche a stabilire un legame emotivo e culturale con il consumatore. L’intuizione creativa si estende oltre i dati, trovando connessioni uniche che generino idee che possono trasformare una marca da un semplice nome a un simbolo significativo nella vita delle persone.

 

“Inoltre, la strategia di posizionamento di un brand richiede una comprensione delle sfumature culturali e sociali che solo un vero esperto di marketing, con una profonda empatia e comprensione umana, può fornire. Gli umani sono in grado di interpretare il contesto socio-culturale in modi che l’AI non può ancora affrontare in modo efficace, permettendo alle aziende di posizionarsi in maniera strategica nel mercato in base a valori, aspirazioni e bisogni umani. Nonostante l’AI possa servire come una fonte di ispirazione e un valido supporto nella raccolta e analisi di informazioni, la scintilla creativa e la visione strategica necessarie per definire e comunicare l’identità di un brand continueranno a dipendere dall’intervento umano. Questa collaborazione tra umano e macchina nel campo del marketing assicura che le campagne siano non solo efficienti, ma anche emotivamente risonanti e culturalmente pertinenti”.

Barbara Amoroso Donatti
Barbara Amoroso Donatti

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