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Giornalisti e uffici stampa: una relazione complicata

Com’è la relazione tra giornalisti e uffici stampa nel 2023? Per scoprirlo ad aprile L’Eco della Stampa e Mediaddress hanno condotto un sondaggio su un campione di giornalisti italiani,

selezionati tra quelli recensiti Mediaddress, per indagare lo stato della relazione tra giornalisti e uffici stampa, ottenendo oltre 14.000 risposte da quasi 400 giornalisti.

La relazione tra giornalisti e uffici stampa

Dall’analisi delle risposte emergono spunti interessanti. Li condividiamo in questo articolo convinti che possano contribuire a rendere più efficace la collaborazione tra giornalisti e uffici stampa.

Scarica la ricerca Mediaddress: The Eye of Journalists on PR | Italy 2023

La centralità del comunicato stampa

Il comunicato stampa rimane una fonte imprescindibile per i giornalisti. 89,6% degli intervistati dichiara di utilizzarli come fonte per scrivere un articolo e di considerare i comunicati stampa attendibili (82,2%). Il comunicato stampa pone all’attenzione del professionista una tematica, integrando informazioni con link di approfondimento e materiale fotografico per accelerare la stesura degli articoli, un salva vita per chi lavora nei quotidiani che conoscono ritmi serrati e spazi da riempire, modificare e calibrare rapidamente.

Un fiume di comunicati stampa

La stampa generalista in primis riceve ogni giorno un fiume di comunicati stampa, per via dell’eterogeneità degli argomenti coperti dalle testate. Più del 90% riceve quotidianamente oltre 10 comunicati stampa e oltre il 40% più di 50. Dopo una rapida lettura (spesso solo del titolo) 4 su 5 non corrispondono agli argomenti trattati dal giornalista. La maggioranza dei giornalisti dichiara di leggere la maggior parte dei comunicati stampa che riceve, ma scoprendo che non sono di suo interesse (83%) o non sono utili al suo lavoro (52%).

La mancanza di targhettizzazione dell’invio del comunicato stampa, 1, 2, 3 o più volte, è terreno fertile per compromettere il rapporto di fiducia tra professionisti, spingendo il giornalista a bannare un indirizzo mail o dedicare meno o alcun tempo a leggere i contenuti inviati da uno specifico mittente. Questione di sopravvivenza: tutto non si può processare.

Come giornalista non è raro atterrino nella mia posta comunicati estranei ai miei interessi, o inviti per conferenze ed eventi completamente fuori dalla zona in cui lavoro. Dettagli che non lo sono, perché la sensazione è che l’ufficio stampa non sappia di cosa mi occupo e voglia solo mostrare al cliente quanti indirizzi ha nella sua mailing list. Il risultato è diffidenza nei confronti della sua professionalità e attendibilità.

La qualità del comunicato

La qualità del comunicato insieme al target sono 2 assi nella manica dell’ufficio stampa. Eppure gli intervistati hanno testimoniato un altro problema tra quelli che ricevono ogni giorno: mancanza di completezza e bassa qualità dello stesso. Solo il 6% è ritenuto esaustivo. La presenza di foto e di contatti diretti dell’ufficio stampa sono considerate le principali discriminanti oltre alla qualità del testo stesso. Se la notizia interessa, avere il materiale completo accelera la valutazione del contenuto e della sua possibilità di essere diffuso.

Per esperienza posso dire che sono molto apprezzati link ai cloud dove foto e materiali sono condivisi dall’ufficio stampa. E che non scadono. Quando arriva una notizia anche se mi interessa, non è detto che coincida con il piano editoriale delle testate con cui collaboro, e avere una finestra di tempo per processare il materiale a tempo debito, è spesso un salva vita e salva tempo mio e del professionista che non riceve ulteriori telefonate e mail di rinvio del materiale.

Viceversa, allegati numerosi e pesanti rallentano il lavoro e creano criticità alla casella di posta, soprattutto se consultata dallo smartphone. Anche qui lo spartiacque tra professionista competente e addetto stampa dell’ultimo minuto è macroscopico.

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La resilienza delle conferenze

Le conferenze stampa sono risultate uno strumento resiliente: accanto alla mail con testi e immagini, le conferenze stampa vengono frequentate regolarmente dal 90% degli intervistati e per 3 giornalisti su 4 sono reputate utili occasioni di incontro e networking.

Interesse per aggregatori e digest di comunicati stampa

I giornalisti hanno mostrato interesse per aggregatori e digest di comunicati stampa, lamentando la frequente sovrapposizione di materiale, eventi e conferenze. Il 75% degli intervistati dichiara di essere interessato ad uno strumento che aggreghi i comunicati e li organizzi secondo i propri interessi. 1 su 5 ne ha già utilizzato uno in passato.

Lo strumento ideale dovrebbe comprendere

  • un calendario delle conferenze stampa
  • i press kit aziendali
  • un database dei contatti dei capi uffici stampa di enti, aziende e istituzioni

Caro giornalista, come ti contatto?

Per contattare il giornalista, l’email rimane lo strumento principe (scelto dal 95% degli intervistati). Il telefono invece è un mezzo necessario ma poco amato; per non parlare dei social media che non sono considerati uno strumento utile a ricevere i comunicati, o come minimo poco professionale. Pena, la scarsa fiducia nella fonte.

Oltre che essere contattato dagli uffici stampa, due terzi degli intervistati sarebbe interessato a poter contattare a propria volta i colleghi avendo accesso ad un servizio come Mediaddress.

Conclusioni

  1. Il comunicato stampa rimane uno strumento fondamentale per i giornalisti che continuano a consultarlo nonostante 4 comunicati su 5 si rivelino poco a fuoco o incompleti e finiscano nel cestino.
  2. Una targetizzazione puntuale è lo spartiacque tra il successo o il fallimento della diffusione di una notizia, ottenibile grazie a strumenti professionali come Mediaddress
  3. Emerge la necessità per i giornalisti di nuovi strumenti capaci di aggregare e selezionare i comunicati stampa per risparmiare tempo e non perdere le notizie.
  4. Gli uffici stampa devono calibrare i contenuti che diffondono, capendo le esigenze dei giornalisti, confezionando un comunicato che risulti utile e completo, modificando testi, toni, e immagini a seconda del tipo di testata.

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Barbara Amoroso Donatti

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