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Dora Carapellese: giornalisti e addetti stampa, relazioni da riscrivere
“La relazione tra giornalisti e addetti stampa è spesso complessa, fatta di incomprensioni, ma può trasformarsi in un’alleanza preziosa per l’informazione efficace.”
“Il linguaggio tecnico nei comunicati stampa è una barriera. Chiarezza e ‘cinque W’ sono essenziali per un messaggio funzionale e per catturare l’attenzione del giornalista.”

La relazione tra giornalisti e addetti stampa è spesso un campo minato fatto di incomprensioni, aspettative sbagliate e ritmi incompatibili. Eppure, per chi lavora nell’informazione, il confronto con chi comunica dall’altra parte del tavolo è inevitabile e, se ben gestito, può diventare un’alleanza preziosa. Perché non è solo questione di “mandare un comunicato”, ma di conoscere il linguaggio, i codici e le esigenze reciproche.
Un recente corso dedicato ai giornalisti ha messo a fuoco proprio questo: come migliorare la collaborazione tra due professioni spesso più simili di quanto si creda. Oggi, l’addetto stampa è una figura complessa: deve conoscere i media digitali, avere competenze grafiche di base, sapersi muovere tra intelligenza artificiale e nuovi strumenti tecnologici, con in più una robusta dotazione di soft skills. Comunicazione empatica, pazienza, capacità di pianificare e mediare: sono qualità che servono anche al giornalista, ma che l’addetto stampa deve padroneggiare quotidianamente.

Il linguaggio tecnico e poco organizzato è una barriera
Un punto spesso trascurato riguarda il linguaggio tecnico-specialistico. Il comunicato stampa che vuole essere utile non può essere un copia-incolla dal lessico aziendale o istituzionale. Deve essere chiaro, centrato sulle famose “cinque W” (who, what, where, when, why), ma anche comprensibile per chi lo legge con urgenza e selettività.
Lo stesso vale per le mail: oggetto onesto e sintetico, corpo testo impaginato, personalizzazione, link utili e firma riconoscibile. Sembra semplice, ma nella realtà è rarissimo ricevere un messaggio davvero funzionale. E quando ci si aggiunge un linguaggio iper-tecnico e autoreferenziale, il rischio di “non cliccare” è altissimo.

Questo nodo è emerso anche dalla ricerca “The Eye of Journalists on PR 2025” targata Mediaddress: ben il 41,2% dei giornalisti intervistati lamenta che i comunicati stampa sono troppo promozionali o poco rilevanti, mentre il 38,7% li considera non ben strutturati. Ma non è tutto: il 22,8% segnala che il contenuto non è comprensibile o troppo tecnico, a conferma di quanto la chiarezza sia oggi un valore irrinunciabile.
Contatto umano batte automazione
Nonostante l’iper-digitalizzazione, il giornalista cerca ancora il rapporto umano. Lo dimostra la preferenza per canali come la mail personalizzata (77%), seguita da WhatsApp (49%) e le telefonate (44%), come evidenziato sempre dalla ricerca Mediaddress. L’incontro di persona, quando possibile, resta il modo più efficace per costruire fiducia.

Galateo della comunicazione
E proprio la fiducia è l’ingrediente chiave che trasforma un addetto stampa in un interlocutore autorevole. Lo è chi sa mettersi nei panni del giornalista, anticiparne i tempi e i bisogni, rispettare il galateo della comunicazione e agire “in punta di piedi”, che non significa diventare troppo remissivi di fronte al giornalista, ma essere empatici nei loro confronti per raggiungere l’obiettivo di farsi dare attenzione.


Un’alleanza necessaria
Non tutti i giornalisti sono disposti ad ammetterlo, ma l’addetto stampa è parte integrante del loro lavoro. La domanda da farsi, allora, è: come possiamo collaborare meglio?
Forse è il momento di smettere di considerare l’addetto stampa un ostacolo e iniziare a riconoscerlo per ciò che è: una fonte preziosa di contatti, contesti e contenuti verificati. Perché oggi, in un panorama informativo frammentato e veloce, chi sa offrire notizie affidabili e ben costruite è un alleato fondamentale, non un disturbo.
Dora Carapellese, Media Relations Specialist www.doracarapellese.it
Foto di copertina: Autore: ROBERTO SALVATORI Copyright: ROBERTO SALVATORI
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Dora Carapellese
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