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Il fumetto come reportage: Joe Sacco al Festival di Internazionale

Il Festival di Internazionale, settimanale di informazione fondato nel 1993 e diretto da Giovanni De Mauro, torna anche per l’edizione 2020, ma con una formula completamente rinnovata. La rassegna, che prende il via sabato 3 ottobre a Ferrara, non si concentra in pochi giorni, ma durerà fino a maggio. Avete capito bene: una manifestazione lunga un anno. Un fine settimana al mese, dall’autunno alla primavera, con incontri, presentazioni, proiezioni, mostre e workshop. Un format eccezionale per una nuova idea di normalità, dopo l’emergenza Coronavirus.

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Il graphic journalism

Tra gli ospiti, Joe Sacco, giornalista e autore di fumetti maltese, che incontrerà il pubblico al Teatro Comunale di Ferrara sabato 3 ottobre, alle ore 21e30 (l’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming). Joe Sacco è nato nel 1960 ed è cresciuto tra l’Australia e gli Stati Uniti d’America, oggi vive a Portland, in Oregon. Con la graphic novel “Palestina. Una nazione occupata” (Mondadori 2002) ha vinto nel 1996 l’American Book Award. Ha pubblicato “Gaza 1956. Note ai margini della storia” (Mondadori 2010), “Gorazde. Area protetta” (Mondadori 2006) e “Neven. Una storia da Sarajevo” (Mondadori 2007). Il suo ultimo libro è “Tributo alla terra” (Rizzoli Lizard 2020), con la prefazione di Giovanni De Mauro, sul quale verterà l’incontro al Festival di Internazionale.

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Tributo alla terra

Oggi Joe Sacco sceglie di raccontare la vicenda dei Dene, etnia che abita nel Canada Nordoccidentale da tempo immemore. Ne emerge un reportage crudo ed incisivo, che va ben oltre la semplice opposizione fra ecologia ed economia e che mette in luce la sensibilità di Sacco, considerato, non a caso, fra i migliori esponenti del graphic journalism a livello mondiale. Partendo dalla storia e dalla cultura di una popolazione abituata a vivere nei boschi, a contatto con l’ambiente, con un sistema di sussistenza basato sulla caccia e sulla pesca, l’inchiesta arriva ad analizzare le conseguenze disastrose dell’avvento dell’industrializzazione e dello sfruttamento della terra in un’area ancora vergine. Quello di cui Joe Sacco parla senza mezzi termini è un genocidio culturale, perpetrato con metodi violenti all’insegna del sistema economico capitalista.

Nel rispetto della deontologia professionale, Joe offre sempre al lettore il diritto di replica. Le numerose interviste raccolte per comporre il mosaico dell’opera non sono mai unidirezionali: ai Dene contrari all’occidentalizzazione se ne affiancano altri con un’opinione differente, aperta ai benefici offerti dall’estrazione di risorse. Emblematico il titolo, “Tributo alla terra”, ideato durante la conversazione di Sacco con Frederick Andrew, un Dene delle montagne: “Se torni alla natura dopo tanto tempo, devi trattarla con gentilezza. Non puoi, tutto ad un tratto, scavare buche o darle troppo fastidio. La Terra si prega e si paga. Le versi un tributo, è come far visita a qualcuno. Porti un regalo alla terra”.

Anche il disegno di Joe Sacco è preciso e funzionale ad un libro di graphic journalism: i dialoghi si alternano alle didascalie in una narrazione scorrevole, nonostante le 272 pagine che potrebbero spaventare. “Tributo alla terra” è un libro curato sotto ogni punto di vista, sia per quanto riguarda la ricerca come reporter, sia per la realizzazione grafica. Vi consigliamo, allora, di seguire l’artista e di partecipare – in presenza o collegandosi in live streaming – all’appuntamento organizzato dal periodico Internazionale che vedrà Joe Sacco protagonista.

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